Nel panorama del volontariato italiano si fa sempre più strada una forma di impegno civico che ribalta i tradizionali rapporti generazionali: il volontariato digitale. Il CeSVoP da diversi anni, nell’ambito delle attività de #LaScuolaDelVolontariato, stimola i giovani a condividere le loro competenze da nativi digitali per supportare associazioni, comunità e cittadini nel colmare il digital divide e comunicare attraverso nuovi e vecchi strumenti.
Un nuovo scambio generazionale
Si tratta di un fenomeno che intercetta un bisogno concreto e pressante delle piccole e medie organizzazioni non profit, che spesso faticano a comunicare efficacemente online o a compiere passi di trasformazione digitale. In questo scenario, un giovane che dona le proprie competenze digitali agli adulti della propria comunità – siano essi volontari di associazioni o semplici cittadini – diventa espressione concreta di uno scambio generazionale dal valore inestimabile.
Utilizzando le proprie abilità digitali, ragazzi e ragazze possono aiutare organizzazioni senza scopo di lucro, sostenere cause che stanno loro a cuore, anche a distanza.
Le esperienze di volontariato digitale incrociate in questi anni sono molteplici e creative. C’è chi attraverso reel e vlog racconta esperienze di volontariato locale, chi mette in campo la propria passione per il videomaking sperimentando interviste, racconti originali e testimonianze dirette con videocamere e strumenti di editing, regalando nuove e inaspettate narrazioni del volontariato e della solidarietà.
Altri ancora sperimentano il volontariato digitale attraverso la cultura, organizzando cineforum, componendo poesie, facendo videorecensioni di libri, organizzando eventi di comunità, progettando iniziative concrete per il proprio territorio.
Quando la fotografia racconta il volontariato
Un esempio particolarmente significativo di questa nuova forma di impegno lo hanno offerto quest’anno tre giovani fotografi, Maria Scalici, Maria Chiara Iride e Alberto Bilardo, che nell’anno che ha visto Palermo come Capitale Italiana del Volontariato hanno raccontato la città di Palermo e il volontariato palermitano attraverso il loro sguardo artistico, con tre mostre fotografiche.
Maria Chiara Iride, che svolge il servizio civile universale ed è fotografa e volontaria, ha scelto di raccontare il volontariato dando voce alle varie associazioni incontrate durante l’anno.
La sua scelta artistica è stata quella di non fotografare volti, ma piccoli gesti dei volontari, per rappresentare come attraverso questi gesti apparentemente semplici, i volontari possano costruire qualcosa di più grande. L’esperienza con il CeSVoP le ha permesso di conoscere la sua città, persone e luoghi prima sconosciuti, e di mettere in pratica la sua passione per la fotografia.
Maria Scalici ha realizzato una mostra intitolata “Creato dall’uomo e creato dalla natura”, proponendo un confronto visivo tra opere umane e la forza della natura.
Per Maria, l’arte rappresenta una medicina naturale che aiuta le persone a mettersi alla prova e a giocare con la fantasia.
Alberto Bilardo, 29 anni, convive dalla nascita con una tetraparesi spastica che non lo ha mai fermato. Dopo la laurea in Scienze Sociali, ha scoperto la fotografia, inizialmente come passatempo nonostante i problemi motori.
La disabilità non è una condanna, ma una possibilità di vedere il mondo a rovescio, scoprendo dimensioni inedite. È questo il messaggio potente che Alberto Bilardo affida ai suoi scatti fotografici, protagonisti della mostra “Lo scatto al di là della disabilità” realizzata nell’ambito di Palermo Capitale Italiana del Volontariato 2025.
Un’opportunità concreta di crescita personale in un contesto libero e non competitivo
Iniziative come queste permettono ai giovani di sviluppare competenze non formali e professionali sul campo, creare connessioni significative nella comunità, generare impatto sociale misurabile, mettere in gioco e sperimentare i propri talenti, acquisire maggiore consapevolezza di sé e ispirare altri giovani all’azione. Il tutto in uno spazio libero, protetto e non competitivo come solo il volontariato può essere.
Tutti processi che non necessariamente si sviluppano in contesti associativi formalizzati ma piuttosto espressione di quel volontariato fluido e informale che sempre più si sta diffondendo in Italia.
Chi manifesta comportamenti prosociali porta questo atteggiamento sia in contesti strutturati sia in contesti più fluidi. Ogni epoca e ogni società ha i suoi modi, anche nel volontariato: occorre imparare a storicizzare il volontariato, collocarlo nei tempi di oggi. L’energia vitale che si percepisce nel fiorire di forme e declinazioni nuove del volontariato è sicuramente motivo di grande ottimismo.
Il volontariato digitale rappresenta perfettamente questa evoluzione: giovani che donano competenze contemporanee per rispondere a bisogni concreti, in forme fluide ma non per questo meno significative, costruendo ponti generazionali e contribuendo a un futuro più inclusivo e connesso.
Il CeSVoP prosegue il suo impegno nel supportare i giovani della Sicilia Occidentale che desiderano sperimentare il volontariato, sia nelle forme tradizionali che in quelle più innovative e informali.
Con #LaScuolaDelVolontariato le tue competenze da nativo digitale possono essere di enorme aiuto per tante organizzazioni di volontariato che faticano ad abbracciare le tante opportunità che il web, i social e gli strumenti digitali offrono.
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