Dopo il decreto dell’11 marzo 2020, tutte le realtà del Terzo settore che fanno assistenza alle persone sole e in stato di disagio si sono poste mille domande su cosa potevano continuare a fare e cosa no. Qui di seguito alcune fonti da cui poter trarre qualche risposta.

Il governo italiano ha predisposto una pagina del proprio sito con alcune faq, se clicchi qui arrivi nella sezione che riguarda i servizi sociali, fra i quali anche le attività di volontariato. Se vuoi puoi leggere anche questo articolo di Redattore sociale del 17 marzo 2020.

Il Dipartimento nazionale di Protezione Civile il 20 marzo ha diffuso delle disposizioni per l’impiego dei volontari di PC.
Clicca qui per leggere il documento.

Rimanendo sul livello nazionale, anche il Forum Terzo Settore ha predisposto una pagina in continuo aggiornamento che ti può essere utile per capire e sciogliere i tuoi dubbi (clicca qui).

L’associazione nazionale dei Centri di Servizio per il Volontariato in Italia (CSVnet) propone sul suo sito una pagina in continuo aggiornamento sui provvedimenti antiepidemia che riguardano anche il Terzo settore. Un’ulteriore “bussola” per gli enti di volontariato e della solidarietà organizzata.
Clicca qui per entrare nella pagina di csvnet.it

Inoltre, sempre da CSVnet, una raccolta di prime indicazioni per i volontari su cosa fare e come farlo. Clicca qui per scaricare il documento.

L’assessorato siciliano della Famiglia ha diramato una nota indirizzata ai cosiddetti enti di assistenza con alcune indicazioni. Per leggerle clicca qui.

Poi i comuni hanno un ruolo fondamentale di coordinamento. Rivolgiti al tuo comune di appartenenza. Per esempio, il Comune di Palermo ha dato qualche risposta sulle faq del sito della Protezione civile comunale (clicca qui), oppure sempre per Palermo puoi leggere questi articoli del Giornale di Sicilia: 12 marzo 2020 (clicca qui), 15 marzo 2017 (clicca qui) e 17 marzo 2020 (clicca qui).

Per l’ambito della disabilità, l’Anfass nazionale ha dedicato una parte del proprio sito alla raccolta di documenti e spunti normativi dedicati a questo specifico campo in tempi di epidemia da coronavirus. Puoi arrivarvi cliccando qui.

In sostanza, le prescrizioni di fondo a cui attenersi sono le seguenti:

  • sospendere tutte le attività differibili e non attinenti servizi essenziali alla persona (salute, sostentamento, diritti fondamentali…)
  • i servizi essenziali vanno garantiti evitando contatti di qualsiasi tipo, nella massima sicurezza per operatori e assistiti (obbligo dei dispositivi di protezione individuale) e seguendo scrupolosamente tutte le prescrizioni igienico-sanitarie del caso
  • evitare assembramenti, per cui gli interventi di assistenza vanno fatti singolarmente o al massimo in due, rispettando tutte le regole delle distanze e delle protezioni
  • altro principio fondamentale è coordinarsi con i servizi comunali e mettere in atto tutte le attività di assistenza non rinunciabili solo in modo che si spostino e vadano in giro meno persone possibile

E’ bene ricordarlo, siamo in una fase di epidemia, pertanto la prima e costante attenzione è non diventare vettori della malattia, soprattutto per chi intende aiutare persone in stato di fragilità. La prudenza in questi casi deve essere massima. Se non si riescono a garantire tutti i criteri che impediscono la diffusione del coronavirus, è meglio evitare di esporre ed esporsi al contagio.