CSVnet lancia la proposta di istituire un riconoscimento annuale per la Capitale italiana del volontariato. L’idea è stata resa pubblica dal presidente dell’associazione dei centri di servizio per il volontariato, Stefano Tabò, durante il suo intervento di fronte al Capo dello Stato, in occasione della cerimonia inaugurale di Padova capitale europea
Il presidente dell’associazione dei centri di servizio Stefano Tabò durante la cerimonia di apertura di Padova capitale: “Sarà un modo per intercettare la collaborazione virtuosa fra Comuni e mondo della solidarietà”.
“Sarà un modo per intercettare la collaborazione virtuosa fra Comuni e mondo del volontariato, capace di generare e consolidare pratiche, efficaci, innovative, coraggiose” – ha spiegato Tabò, sottolineando che nei prossimi giorni CSVnet “formalizzerà la proposta, dopo averne approfondito gli aspetti essenziali insieme alle irrinunciabili partnership istituzionali”.
Non è casuale il contesto scelto per annunciare il progetto; il riconoscimento di Padova quale capitale europea del volontariato “è per tutti noi motivo di orgoglio”, ha detto Tabò, oltre ad essere un’opportunità per valorizzare “l’identità condivisa che innerva le multiformi manifestazioni della solidarietà di cui è ricco il nostro Paese”.
Proprio dai consensi giunti a Padova anche da numerose amministrazioni locali è nata la proposta di scegliere ogni anno una città o un territorio da “eleggere” “capitale italiana”. I passaggi necessari per arrivare a questo importante traguardo sono ancora in via di definizione. Bisognerà stabilire la “natura” del titolo ed i criteri di candidatura e di assegnazione. Chiaro invece lo sfondo della proposta, legato alla riforma del terzo settore che determina una svolta importante nei rapporti tra volontariato e pubblica amministrazione.
L’art. 19 del Codice del terzo settore prevede, infatti, che le “le pubbliche amministrazioni promuovono la cultura del volontariato”, una disposizione volta non solo a sostenerne le attività ma a promuoverne valori e modelli come parte del dovere pubblico di perseguire società più solidali.
Padova Capitale ha avuto il merito di sollecitare un ampio consenso, a dimostrazione di quanto sia forte, come spiega Tabò nel suo intervento “il desiderio collettivo di veder riconosciuto l’impegno profuso da amministrazioni locali, volontari, cittadini ed enti del terzo settore per costruire comunità sempre più coese e resilienti, fondate sul contributo di ciascuno per il bene comune”.
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