Esiste uno strumento a disposizione di associazioni ed amministrazioni locali, che permette di realizzare concretamente proposte ed iniziative in favore della collettività: è la cosiddetta “Democrazia partecipata“, una procedura che facilita la partecipazione responsabile dei cittadini nel prendere decisioni che riguardano il bene comune del proprio territorio di appartenenza.

La democrazia partecipata

Grazie alla Legge Regionale 5/2014 Art. 6 comma 1 (“Ai comuni è fatto obbligo di spendere almeno il 2 per cento delle somme loro trasferite con forme di democrazia partecipata, utilizzando strumenti che coinvolgano la cittadinanza per la scelta di azioni di interesse comune” ), ogni anno i Comuni siciliani ricevono dei fondi il cui utilizzo è vincolato all’applicazione di forme di partecipazione da attivare direttamente con i cittadini.

E’ grazie a questo strumento che, ad esempio, a Lercara Friddi i volontari dell’Ass. Naz. Vigili del Fuoco in Congedo nel 2020 hanno potuto realizzare il progettoGuarda, reagisci e chiama“, una campagna di sensibilizzazione della popolazione sull’avvistamento degli incendi e su come agire, per permettere di azionare tempestivamente i soccorsi, sostenuta dalla realizzazione di una piattaforma di comunicazione interna e di un sistema di chiamate in serie e ripetute.

Il progetto spendiamolinsieme.it

Di esempi come questo, soprattutto nei piccoli centri, ne esistono diversi, anche se ancora questo dispositivo non sembra capillarmente diffuso: è anche per questo che nasce il progetto “spendiamoli insieme” www.spendiamolinsieme.it . Sono ancora molti, purtroppo, gli enti locali che non riescono a spendere questi fondi e sono costretti a rispedirli alla regione: uno spreco di risorse importante, soprattutto in periodi di crisi come quelli attuali.

Ciò che di interessante riserva questa procedura, è il metodo con il quale deve essere attivata: nasce infatti per contrastare i modelli verticistici di presa di decisioni, in favore dell’attivazione di un processo partecipativo che coinvolge direttamente i cittadini, che divengono non solo i proponenti delle iniziative, ma ne sono anche inevitabilmente i destinatari.

Questo meccanismo, in sostanza, lavora sul concetto di prossimità e di avvicinamento fra l’istituzione ed il cittadino, cercando di rafforzare i legami di fiducia e di vicinanza.

I Patti di collaborazione e il lavoro del CeSVoP

A ben guardare, questi, sono gli stessi principi che regolano la realizzazione dei Patti di Collaborazione che, come è noto, sono i dispositivi di attuazione del regolamento sull’Amministrazione Condivisa dei Beni Comuni.

Il CeSVoP da anni facilita le associazioni nella presentazione del Regolamento per l’amministrazione condivisa dei beni comuni, presso le relative amministrazioni comunali: ad oggi, nelle 4 province di pertinenza del nostro CSV, il regolamento è stato approvato in più di 50 comuni.

Ed è in 2 di questi comuni che le associazioni di volontariato hanno saputo far camminare insieme  Regolamento sull’Amministrazione Condivisa e Democrazia Partecipata.

E’ accaduto a Valledolmo, dove la Confraternita di Misericordia, dopo aver proposto all’amministrazione comunale l’attivazione di un patto di collaborazione per la rigenerazione del Parco delle Rimembranze (con relativa riapertura al pubblico in co-gestione con il Comune), ha potuto richiedere ed ottenere, tramite la Democrazia Partecipata, l’acquisto da parte del Comune degli arredi urbani per quella villetta: oggi, il Parco delle Rimembranze, da luogo chiuso al pubblico ed in stato di incuria, è divenuto luogo di aggregazione per le famiglie del paese, i bambini giocano sulle giostrine acquistate con i fondi del bilancio partecipato, i vialetti sono di nuovo fruibili, le panchine all’ombra ripristinate.

Un’altra storia di partecipazione civica proviene poi da Misilmeri, piccolo comune della cintura urbana di Palermo, dove i volontari dell’Associazione per i Diritti degli Anziani ADA, nel 2021 si sono visti accettare la loro proposta di  arredare e dotare di strumenti la sala conferenze del Palazzetto della Cultura dedicato all’artista Giusto Sucato, affiancata da un percorso partecipativo di conoscenza  sui beni comuni, l’amministrazione condivisa e la cittadinanza attiva. Anche il Comune di Misilmeri si è dotato del Regolamento sull’Amministrazione Condivisa, e da anni ne fa un uso continuativo: la prospettiva dei volontari sarebbe quella di co-gestire anche il Palazzetto della Cultura tramite un Patto di Collaborazione.

Nei prossimi tempi, ci farebbe piacere raccontare altre storie come queste, segno che le associazioni hanno avuto la possibilità di utilizzare in pieno degli strumenti che sono a loro totale disposizione.

Il CeSvoP sostiene e facilita i percorsi di interlocuzione fra ETS ed amministrazioni locali, per l’attivazione di percorsi di amministrazione condivisa.