Era attesa da tempo ed è arrivata. Si tratta dell’autorizzazione da parte dell’Unione Europea per l’applicazione di un regime fiscale appositamente dedicato al Terzo settore italiano, in coerenza con il relativo Codice. Si tratta di un sistema di agevolazioni che doveva essere valutato dalle autorità europee che le hanno ritenute legittime e applicabili.
“Dal primo gennaio 2026 – spiega Maria Teresa Bellucci, viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali con delega al Terzo Settore – entrerà finalmente in vigore un regime fiscale ad hoc che prevede, tra le altre cose, la defiscalizzazione degli utili destinati allo svolgimento dell’attività statutaria o all’incremento del patrimonio. Inoltre saranno introdotti specifici incentivi per gli investitori, ampliando le opportunità di finanziamento per gli Enti del Terzo Settore. Tra le novità più significative ricordo l’introduzione di nuovi strumenti di finanza sociale, come i titoli di solidarietà, che garantiranno agli investitori il medesimo trattamento fiscale riservato ai titoli di Stato, con l’applicazione dell’aliquota del 12,5%”.
“La Commissione Europea quindi, stante le caratteristiche e unicità del Terzo Settore italiano e quanto rappresentato ampiamente dal nostro Governo constata che le agevolazioni fiscali degli ETS non si configurano come aiuti di Stato, poiché perseguono attività di interesse generale con finalità di pubblica utilità. Questo non solo rafforza il ruolo del Terzo Settore, ma è anche un chiaro riconoscimento dell’inestimabile valore del lavoro di questi enti, milioni di donne e uomini che animano il mondo della solidarietà sociale in Italia” conclude Bellucci.
“La recente autorizzazione da parte della Commissione Europea alle norme fiscali previste dal Codice del terzo settore rappresenta un traguardo fondamentale per il nostro Paese. Questo passo avanti fornisce finalmente agli enti del terzo settore (Ets) un quadro fiscale chiaro e stabile, riconoscendo il loro ruolo cruciale nella promozione del bene comune e nella coesione sociale. È sempre più vicino quindi il completamento della Riforma del terzo settore, avviata con la legge delega del 2016, che mira a sostenere l’autonoma iniziativa dei cittadini valorizzando il principio di sussidiarietà sancito dalla nostra Costituzione” dichiara Chiara Tommasini, presidente di CSVnet, l’associazione nazionale che riunisce i 49 Centri di servizio per il volontariato italiani (Csv).
“Come sistema dei Csv esprimiamo profonda soddisfazione per l’autorizzazione delle norme fiscali del Codice del terzo settore da parte della Commissione Europea. Questo risultato è il frutto di un impegno condiviso con costanza tra Governo – a cui va il nostro sentito ringraziamento – istituzioni, volontariato e terzo settore che hanno permesso di garantire anche un ambiente normativo più certo e favorevole per gli enti che operano quotidianamente al servizio delle nostre comunità.
Con un quadro fiscale finalmente definito, gli Ets potranno pianificare con maggiore efficacia le proprie attività, continuando a contribuire in maniera determinante al bene comune e ai bisogni della collettività nel nostro Paese” conclude la presidente Tommasini.
Fonti: Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e CSVnet.
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