Pur trovandoci in un’epoca di tempi frenetici, di prestazioni e performance misurate sulla velocità della realizzazione, su comunicazioni brevi e incisive, su decisioni prese in rapidità, in relazioni e attività sempre più “liquide”, dove prendersi o esigere il tempo per decidere e realizzare qualcosa con tempi adeguati e con il giusto considerare le conseguenze delle nostre stesse scelte.

Come fare a convincere gli amanti della velocità che se chiediamo del tempo per far passare e ponderare le proprie decisioni e le proprie azioni non stiamo perdendo tempo ma stiamo facendo depositare sul fondo i detriti per far rimanere in superficie solo ciò che conta, stiamo cercando l’essenziale distinto dal superfluo, il durevole dall’effimero?

Mi vengono in mente testi e autori che invitano alla decrescita, o elogiano la lentezza e il tempo per le emozioni, i sentimenti, le relazioni, il pensiero, la memoria, la festa che portano benessere alla propria vita, quali Christoph Baker con il suo Ozio, lentezza e nostalgia o il filosofo, antropologo ed economista Serge Latouche con il suo Breve trattato della decrescita serena,  diremmo oggi anche per perseguire gli obiettivi dello sviluppo sostenibile, o anche Zygmunt Bauman col suo breve saggio, Vite di corsa e non ultimo ripenso nostalgicamente ad un classico della letteratura per ragazzi, ma tanto prezioso anche per gli adulti: Momo di Michael Ende, prodotto con successo anche in cartone animato, che in un paese che si sta convertendo al progresso, alla corsa, all’efficientismo ad ogni costo, è l’unica persona arrivata non si sa da dove che trova ancora piacere nel giocare con i suoi coetanei e diventa punto di riferimento per l’ascolto e che diventerà per questo eroina del tempo per i suoi amici contro i “signori grigi”. 

anche la lettura nel novero delle attività collegate alla lentezza, può rivelarsi compagna di solitudine ricercata, per momenti di riflessione e ricerca personale o conforto in momenti di solitudine forzata, ma può indubbiamente generare anche tante forme di socialità che affiancate a caratteri creativi e menti innovative possono dare spazio a momenti di scambio, condivisione, divertimento, idee, progetti

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Sitografia e articoli correlati:

anche oggi, sul tema della Lentezza accogliamo una perla del nostro amico Salvatore Pantalena

Il dettato va veloce ed io, sto indietro;

non riesco a seguire il labiale, fa gang con le parole

che a loro volta fanno strage di persone.

È un letto: di margini, righe e punteggiature,

che oppressa il rumore del silenzio emozionale.

Difetti di ogni genere, si respirano

nel bianco foglio preso dal colore,

da cui escono le lettere di valutazione.

Ed’io, mi scuso per il mio ritardo,

ma quando lei dettava il tempo,

ero fuori a scrivere il mio modo.

C’è chi lo ha visto tra guerre.

C’è chi lo ha trovato nelle sue foreste.

E c’è chi lo raccoglie, partorendo le sue stelle.

Ah… io?….

Io, Lentamente corro a leggere, le persone.

E voi, nella vostra lentezza, che talento siete?

Scopriamolo insieme….

(rispondetemi tra i libri)

Salvatore Pantalena 3 marzo 2022