Che succede a Bonagia? E’ un soleggiato sabato mattina di autunno inoltrato, e la nostra città sta cercando di capire come fare i conti con le restrizioni dovute alla pandemia, che sta colpendo forte anche qui…

Ma paura e scoraggiamento non sono sentimenti che attecchiscono nei cuori dei volontari: è così che dopo una serie di lunghi incontri virtuali per rimodulare le attività di animazione territoriale che avevamo programmato di svolgere sulla III circoscrizione della città di Palermo, decidiamo di effettuare un sopralluogo “in presenza” sui luoghi dove stiamo immaginando un futuro più bello.

In tutta sicurezza, all’esterno, in piccolo numero, dotati di mascherine e mantenendo le giuste distanze,  un gruppo formato da volontari, rappresentanti del Consiglio della III Circoscrizione (Presidente, Vicepresidente e Consigliere)  e operatori del CeSVoP si è incontrato per progettare insieme una azione di comunità: non è tempo di grandi iniziative, ma tutti concordano sulla necessità di non lasciare soli i territori, di non abbandonare i percorsi avviati, di provare a mantenere comunque attive, sebbene a distanza, le relazioni fra persone. Le conseguenze non solo sanitarie di questa pandemia sono già ben visibili agli occhi di chi ogni giorno si sbraccia per la propria comunità: il rischio di isolamento, le solitudini, l’esacerbarsi di patologie psichiche, sono già una triste realtà.

Il volontariato allora non può fermarsi di fronte a tutto questo: salvaguardando la salute di tutti, si cercano soluzioni alternative, strade nuove ma percorribili, mettendo a disposizione ciò che ciascuno ha o sa fare: competenze, risorse, ruoli, idee… tutto in un circolo virtuoso, per produrre nuove forme di volontariato.

Ecco che, ciò che sembrava un semplice sopralluogo, si trasforma in una occasione di co-progettazione: volontari, amministratori e cittadini insieme per pensare alla città nuova, una città in cui ciascuno si possa sentire partecipe, una città da curare ed amare.

Non ci vedrete realizzare grandi manifestazioni, feste di quartiere, nemmeno passeggiate con i bambini, non è questo il tempo: lasciamo da parte queste nostre idee per quando la situazione generale ce lo consentirà; ma nelle prossime settimane, ci vedrete contattare gli abitanti del quartiere, i piccoli commercianti, per raccontare loro come vorremmo questo quartiere, come vorremmo la villetta comunale: un luogo davvero di tutti e non solo perché nessuno ne ha le chiavi, ma perché tutti se ne possano prendere cura.

Come? Riverniciando una panchina, piantando un albero, innaffiando un fiore… piccoli gesti, ma duraturi nel tempo; piccoli gesti di cura, per sentirsi ancora parte di una comunità, per contrastare l’isolamento, per non perdere di vista la dimensione comunitaria. Perché il racconto di alcuni, diventi la storia di molti.