Cosa fa sentire più amati e riconosciuti, dell’essere oggetto di attenzione e cura da parte dell’altro?

E‘ questo ciò che hanno dimostrato i volontari della rete di associazioni operanti nella VI circoscrizione del Comune di Palermo, che con il supporto del Servizio di Animazione Territoriale del CeSVoP hanno dato vita al progetto “Dasein – Essere nel tempo“.

La rete, costituita dalle associazioni AFIPreS Marco Saura, da ERA Palermo, dai Gruppi di Volontariato Vincenziano Palermo e da UILDM sez. Palermo, ha sperimentato, nei mesi di maggio e giugno 2021, un progetto di accoglienza, ascolto e presa in carico di decine di soggetti fragili.

Cosa si è fatto?

Dagli sportelli di ascolto dei vari gruppi di volontariato vincenziano coinvolti, infatti, sono state segnalate persone con varie situazioni di fragilità (povertà economica, livello culturale medio basso, difficoltà relazionali e familiari, …) alle quali è stata proposta la partecipazione a vari laboratori: un laboratorio teatrale, uno di lettura e ascolto, uno di orientamento psicologico e counseling.

Grazie alla disponibilità dei volontari di Protezione Civile di Era, sono stati organizzati  i servizi di trasporto che hanno consentito a tutti gli utenti di partecipare alle attività presso il centro I girasoli, sede delle attività, annullando la problematica della distanza.

Settimane intense di incontri, di sorprese, di conoscenza, durante le quali i volontari e gli operatori hanno visto svelarsi davanti ai propri occhi un vero e proprio processo di rigenerazione che, incontro dopo incontro, attraversava i loro utenti: dalla timidezza dei primi incontri, al desiderio di rivedersi; dalla ritrosia, alla capacità di raccontarsi e di donare le proprie riflessioni agli altri.

E‘ grazie al sapiente e competente accompagnamento di operatori e volontari che da questi laboratori sono emerse anche storie difficili, casi a volte di degrado e di estrema difficoltà, che sono stati quindi presi in carico dalle associazioni e, in alcuni casi, dagli organi competenti.

Gli esiti del progetto hanno dunque confermato l’ipotesi inziale formulata dai volontari: non basta assistere le povertà con aiuti concreti e immediati, serve un lavoro di prossimità, di vicinanza, di ascolto, di cura… serve… “Esserci nel tempo“.